L’approccio percutaneo al fegato nel trattamento dei tumori primitivi (HCC) e delle metastasi si effettua solitamente con l’ausilio della ecografia in quanto il posizionamento dell’ago al centro del tumore avviene in tempo reale (real time) velocizzando la procedura con minor disagio per il paziente. In alcuni casi il tumore non è chiaramente visualizzabile con l’ecografia per mancanza di una valida finestra acustica oppure la lesione può essere situata in alcune zone del fegato non raggiungibili con questa tecnica. In tali situazioni si può ricorrere alla termoablazione epatica con guida TC, altrettanto efficace ma con aumento dei tempi della procedura (da 40 a 80 minuti). Allo svantaggio del posizionamento si contrappone però il vantaggio della perfetta visualizzazione degli uncini all’interno del tumore che ne garantisce la distruzione completa. Come nel caso della Tarf eseguita nelle altre sedi, anche nel fegato il trattamento può essere ripetuto, sia quando si ottiene la distruzione incompleta (caso 1) che nei casi di ricrescita tumorale che può avvenire nella stessa sede (caso 2) o in altre zone del fegato.
Anche i soggetti già sottoposti ad altre terapie come la chemioembolizzazione che consiste nell’iniezione selettiva di farmaci antitumorali e materiali embolico attraverso il cateterismo superselettivo delle arterie che nutrono il tumore, possono giovarsi della termoablazione TC guidata del fegato, in caso di ricrescita tumonare (caso 3).