Uomo di 62 anni, fumatore, presenta massa solida di 3,2 cm nel lobo polmonare inferiore sinistro (fig. 1). Una biopsia dimostra che si tratta di adenocarcinoma. Rifiuta la terapia chirurgica e, non potendo effettuare chemioterapia, viene inviato presso il nostro Centro per eseguire la termoablazione polmonare.
TECNICA:
In decubito prono, previa anestesia locale, si posiziona l’agoelettrodo al centro del tumore e, verificato il corretto posizionamento degli uncini dispiegati (fig. 2a e 2b), si procede a termoablazione.
Terminata la procedura, della durata complessiva di 30-50 minuti (dipende dalle dimensioni della massa da trattare), si effettua un controllo TC per evidenziare il risultato e la presenza di eventuali complicanze (fig. 3), assenti nel caso in questione.
Il controllo TC dopo 1 mese dimostra escavazione della massa trattata (reperto abbastanza frequente nei trattamenti di tarf del polmone) che precede la fase di cicatrizzazione della lesione (fig. 4).
Una successiva indagine FDG-PET, che risulta positiva in presenza di residuo o recidiva tumorale, evidenzia l’assenza di attività metabolica della massa neoplastica, confermando la distruzione completa del tumore (fig. 5).
Nelle 24 ore successive all’intervento il paziente sottoposto a termoablazione polmonare può presentare un lieve malessere geneale, febbricola (temperatura in genere non superiore a 38,5°C) e sporadici colpi di tosse, specie al mattino, con sputo di materiale necrotico misto a materiale ematico. La tosse può persistere per 7-10 giorni e non richiede alcuna terapia.
Le complicanze della termoablazione polmonare percutanea sono rare (assenti nel caso in questione) e consistono essenzialmente nel pneumotorace (penetrazione d’aria nel cavo pleurico), che viene prontamente drenato, e nell’emorragia, che si può manifestare in caso di errato posizionamento dell’ago. Il trattamento è sicuro ma deve essere eseguito in Centri con provata esperienza nei trattamenti ipertermici percutanei a livello polmonare.