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La crioablazione del tumore mammario al 4° stadio

Crioablazione del tumore mammario

Nel trattamento del tumore della mammella esistono linee guida internazionali ben definite, secondo le quali la chirurgia rappresenta il gold standard, affiancata da chemio e radioterapia in base all’istologia e all’aggressività della neoplasia. Tuttavia, esiste una quota non trascurabile di pazienti che esordiscono già con metastasi diffuse, frequentemente localizzate a livello osseo. In questi casi, il tumore viene classificato come stadio IV e il trattamento chirurgico del tumore primitivo, pur essendo noto per i suoi benefici, viene generalmente escluso, lasciando spazio alle sole terapie sistemiche e alla radioterapia palliativa. Nonostante questo approccio sia largamente condiviso, la letteratura scientifica ha evidenziato che l’asportazione del tumore primitivo, anche nei pazienti con malattia metastatica, può ridurre la capacità metastatizzante della neoplasia e migliorare la sopravvivenza a lungo termine. Proprio alla luce di questi dati, si è sviluppato l’interesse per tecniche alternative alla chirurgia tradizionale, capaci di distruggere il tumore in maniera mirata e mini-invasiva. Un esempio concreto? La crioablazione del tumore mammario.

Ricostruzione volumetrica del tumore mammario e della mts ascellare (frecce)
Ricostruzione volumetrica del tumore mammario e della mts ascellare (frecce)

Crioablazione: il trattamento del tumore primitivo

Nell’ottica di un controllo locale efficace del tumore primitivo, anche in pazienti in fase avanzata, abbiamo iniziato, da circa quindici anni, a trattare il tumore mammario con la crioablazione, una tecnica che impiega temperature estremamente basse per distruggere le cellule tumorali.

La procedura si svolge sotto guida ecografica, ma può essere eseguita anche con guida TAC o risonanza magnetica. Si utilizzano sottili aghi criogenici che vengono inseriti nel tumore, permettendo di generare una sfera di ghiaccio (ice-ball) che congela in profondità il tessuto maligno. Questa tecnica, oltre ad essere precisa e ripetibile, si è rivelata particolarmente efficace: il tumore della mammella risponde infatti in modo eccellente al congelamento, risultando estremamente sensibile alla crioablazione.

Crioablazione del tumore mammario: a chi è destinato il trattamento

L’indicazione principale riguarda i pazienti affetti da tumore mammario al quarto stadio, con metastasi ossee o in altri distretti già presenti ma con aspettativa di vita medio-lunga. Si tratta di pazienti che possono beneficiare di un controllo locale della malattia, anche se in presenza di una diffusione sistemica. Allo stesso tempo, la crioablazione trova indicazione anche in pazienti non candidabili alla chirurgia per motivi clinici: soggetti anziani, con comorbidità importanti, cardiopatici o comunque non idonei all’anestesia generale. In casi selezionati, la procedura può essere eseguita anche nei tumori mammari in stadi iniziali ma all’interno di trial clinici. In caso di recidiva dopo chirurgia, la crioablazione può essere impiegata per evitare la mastectomia radicale. Infine la crioablazione trova indicazione nel trattamento delle lesioni mammarie benigne come il fibroadenoma e formazioni nodulari dall’istologia incerta (B3).

TC prima e dopo crioablazione che mostra la necrosi completa del tumore mammario
TC prima e dopo crioablazione che mostra la necrosi completa del tumore mammario

Grazie alla sua esecuzione in anestesia locale o sedazione leggera e all’assenza di incisioni chirurgiche, la crioablazione rappresenta un’opzione terapeutica concreta per un’ampia fascia di pazienti, offrendo un’alternativa chirurgica efficace e sicura.

Vantaggi clinici e psicologici per la paziente

Uno degli aspetti più significativi della crioablazione del tumore mammario è il suo impatto sulla qualità della vita della paziente. Oltre ai benefici clinici legati al controllo locale della malattia e al possibile prolungamento della sopravvivenza, è fondamentale considerare anche la sfera psicologica.

Molte pazienti riferiscono infatti un disagio profondo legato alla presenza tangibile del tumore, che si presenta spesso come una massa dura e percepibile al tatto. La consapevolezza quotidiana della propria condizione oncologica, rafforzata dalla presenza fisica del tumore nella mammella, può diventare un fardello emotivo. Eliminare questa percezione attraverso la crioablazione contribuisce in modo determinante a ridurre il senso di malattia e a migliorare la serenità psicologica della paziente.

Inoltre, dal punto di vista estetico, il trattamento non lascia cicatrici visibili: gli aghi utilizzati sono estremamente sottili e non determinano alterazioni significative del profilo della mammella. Dopo la procedura, possono comparire lievi ecchimosi o un rigonfiamento temporaneo che si risolve spontaneamente in pochi giorni, senza necessità di alcuna terapia aggiuntiva. Questo consente non solo di preservare l’integrità corporea, ma anche di evitare lo stigma visivo della malattia.

Una tecnica efficace, sicura e ben tollerata

La crioablazione si caratterizza per un’elevata sicurezza e tollerabilità. L’intervento ha una durata contenuta, non comporta sanguinamento e non necessita di ricoveri prolungati. Inoltre, può essere ripetuto nel tempo in caso di recidive locali o progressione della malattia nella stessa sede.

In sintesi, la crioablazione del tumore mammario al 4° stadio rappresenta una tecnica avanzata, efficace e non invasiva, capace di integrare le terapie sistemiche tradizionali, offrendo un beneficio sia clinico che psicologico alle pazienti con malattia avanzata. In un’epoca in cui la medicina di precisione e il miglioramento della qualità della vita sono al centro dell’attenzione, questo approccio si configura come un’opportunità concreta, da valutare attentamente nel percorso terapeutico multidisciplinare del carcinoma mammario metastatico.