Quando l’ernia sporge nel canale vertebrale o nei canali di coniugazione può verificarsi l’irritazione o la compressione della radice nervosa con la comparsa di una sindrome dolorosa detta lombocruralgica (compressione della radice a livello di L3-L4) o lombosciatalgia con dolore riferito all’arto inferiore (ernie a livello di L4-L5 ed L5-S1). In casi selezionati la discectomia può essere eseguita su 2 livelli nella stessa seduta. In particolari situazioni (ernia espulsa; avanzati segni degenerativi discali ecc.) la discectomia percutanea non è indicata ma spesso è necessario ricorrere all’intervento chirurgico. tradizionale. La tecnica percutanea, senza incisioni nè punti di sutura, è preferita dai pazienti perché mini-invasiva e praticamente priva di complicanze (rara l’infezione discale, che si previene con l’infusione di antibiotico durante la procedura), con degenza ospedaliera breve (ore) e con recupero molto veloce. Quando l’indicazione è corretta, la percentuale di successo è elevata (82% nella nostra casistica con grado di soddisfazione medio-alto). Nei casi di insuccesso con la tecnica percutanea si può sempre ricorrere all’intervento chirurgico tradizionale.
Spesso è necessario, prima di procedere alla decompressione discale, eseguire la discografia (fig. 3), cioè l’iniezione all’interno del disco del mezzo di contrasto, che permette di evidenziare eventuali lacerazioni dell’anello fibroso che renderebbero inutile la discectomia percutanea.